La crisi sociale incombe : L\'Italia al Tempo Del Coronavirus
Oltre alla crisi sanitaria, ancora in piena emergenza e a quella politica, l’Italia si appresta ad affrontare la crisi sociale. Tra pochi giorni dovrà affrontare il no dell’Europa, confermando che ormai l’esperienza dell’Unione Europea è al tramonto, così come il sistema economico neoliberista sul quale era nata.
Nessuna strategia pronta per l’Italia, che si troverà del tutto impreparata a dover affrontare la crisi economica in arrivo e che già sta colpendo a livello sociale tutto il paese. La crisi da coronavirus e tutto ciò che comporta in assenza totale di aiuti da parte dello Stato, stanno portando ad una generalizzata violenza. Tra le varie proteste e disagi nel paese vi è l’inizio dell’assalto ai supermercati, uscendo senza pagare, e l’innalzamento dei tassi di suicidio.
Assalto ai supermercati
In gran parte del sud Italia i supermercati ormai sono presidiati dalle forze dell'ordine dopo che alcune persone hanno riempito i carrelli della spesa e tentato di uscire senza pagare.
«Non abbiamo soldi», hanno detto durante la protesta a Palermo.
Una situazione che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine, che negli ultimi giorni hanno sventato altri tentativi di saccheggio.
Mentre si teme una vera e propria rivolta nei quartieri più poveri con rapine a supermercati, il governo, invece che programmare un piano economico di emergenza concreto per tutti, sono aumentati i controlli da parte delle forze dell’ordine, facendo scendere in campo anche i militari. Al Sud specialmente molte famiglie sopravvivono "alla giornata" con lavori saltuari, che i divieti per fermare i contagi, hanno bloccato insieme a tutte le altre attività. I cittadini italiani hanno risposto bene ai consigli di rimanere a casa, ma senza potere aprire un negozio, senza potere lavorare anche saltuariamente scattano forme di povertà che prima del virus non emergevano così dirompenti. Mentre nel Nord il rischio sono le forme speculative, dove c’è maggiore povertà il pericolo è che soggetti disperati possano cadere in mano ai criminali e ai mafiosi.
L’impennata dei suicidi
Oggi si pensa alla salute, quella fisica prima di tutto, ma non si deve trascurare, come si sta facendo, la salute mentale. Pensiamo ai sucidi in primis, il cui tasso sta subendo un’impennata fortissima.
Dobbiamo sempre ricordare che il suicidio è un evento multifattoriale: non basta una causa, ma tanti elementi si devono allineare perché si realizzi. Il denominatore comune è il dolore mentale del soggetto, fatto di pensieri, ragionamenti, dialogo con se stesso, sconfitte e umiliazioni. Laddove il dolore mentale è già presente, esacerbarlo diventa più facile in condizioni di ristrettezza e segregazione come quelle imposte dalla quarantena. Molte sono le persone che vivono fragilità psichiche, che subiscono violenza in casa, chi ha un’attività in proprio e improvvisamente si è dovuta fermare, senza nessuna prospettiva di recupero e aiuto da parte dello Stato.
Non mancano casi di suicidi anche tra gli operatori sanitari che, soprattutto al nord, scopertisi positivi al Covid-19 o semplicemente sentendosi impotenti davanti all’immane tragedia di letti pieni di ammalati senza possibilità di cura, si sono suicidati.
Il ruolo dei mass media
L'informazione svolge un ruolo predominante nell’innescare il senso di precarietà e insolubilità del problema e ciò porta allo scatenarsi di violenza e di suicidi.
Siamo bombardati ogni giorno da notizie drammatiche, senza che ci venga detto se e come verremo fuori da tutto questo.
I mass media dovrebbero dare messaggi che controbilancino la drammaticità: elementi di positività, prospettiva, indicazioni pratiche su come chiedere aiuto, supportati ovviamente da messaggi politici concreti di assistenza.
Decisivo in questa situazione sarebbe l’esercizio della sovranità nazionale, non quella della retorica politica ma quella reale che, sancisce la nostra Costituzione, appartiene al popolo.
V.D.